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Motorcycle Cities, Brooklyn prima parte

Motorcycle Cities, Brooklyn Pt. 1

Da Amburgo a Brooklyn

Unisciti a Jonathan Wieme, colui che è dietro a “Motorcycle Cities”, mentre viaggia a Brooklyn, New York, USA, per vivere la pura cultura motociclistica.
L’inizio

Comincio questa nuova impresa in un bar locale, Le Phare a Molenbeek (pronunciato ['mo.lən.be:k]), bevendo un Fritz-Pritz. È una bevanda organica frizzante che ho appena scoperto, leggendo la sua etichetta, noto che è prodotta ad Amburgo. Ebbene sì, è proprio stampato qui sulla bottiglia. Amburgo, dove ci siamo lasciati la settimana scorsa, con un giro finale lungo il fiume Elbe. Dopo di quello mi sono diretto verso nord, direzione Copenaghen, preparandomi per la prossima edizione di “Motorcycle Cities”.

Alla fine ho cambiato rotta, e questo prossimo capitolo riguarderà Brooklyn. Copenaghen, Bruxelles, Londra, e altre città più esotiche verranno successivamente. A quanto pare, non ho ancora finito di parlare di questi luoghi, di condividere il mio amore per loro e il loro profumo di rivoluzione industriale, fabbriche e olio bruciato (non si può davvero sentire l’odore di olio bruciato a Brooklyn), ma sicuramente avete compreso l’idea.

Intrigato dalle officine di personalizzazioni e dalla realtà motociclistica di questa città, ho iniziato a investigare. Così mi sono incappato in 1, 2, 3, 10, 20, 30 officine, indirizzi, negozi e altri luoghi legati alle moto, tutti situati a Brooklyn. Questa città, o meglio questo distretto, è enorme, e così le opportunità che offre. Una cosa ben diversa dalla corta lista di contatti che abbiamo di solito in alcune città o paesi più grandi. A Brooklyn, ne ho a bizzeffe a disposizione.

Detto questo, sebbene mi senta abbastanza “a casa” e confortevole con l’ambiente europeo, ho cominciato questo viaggio sapendo molto poco di quello che succede negli Stati Uniti, a New York, e specificamente a Brooklyn. Le usanze, la cultura, la gente. La mia avventura magari è stata a volte deludente, ma è stata per lo più piena di grandi scoperte. È giunta l’ora di scoprire di più. Godetevi il giro!

Williamsburg & Greenpoint

Williamsburg & Greenpoint si trovano a nord di Brooklyn. Questi quartieri storicamente di classe operaia, sono ora pieni di gallerie, studi di artisti e artigiani di tutti i tipi. La cultura degli hipster e le persone amanti delle tendenze sono qui benvenute.

Non c’è da meravigliarsi se c’è un’elevata concentrazione di officine e negozi motociclistici come Jane Motorcycles, Café Moto, Brooklyn Moto e, più a nord a Greenpoint, appena dopo il confine con Williamsburg, i leggendari negozi Indian Larry, Works Engineering, MotorGrrl e Genuine Motorworks. Scaviamo un po’ più a fondo.

Café MotoCafé Moto è dove il mio viaggio a Brooklyn comincia, proprio accanto alla stazione di Hewes Street, sulla linee J e M. Qui è dove le due linee metropolitane corrono all’aperto, tra gli edifici, dove il rumore è insostenibile e non è così piacevole uscire per una camminata nelle sere invernali. Ma qui è dove uno può avere un’idea della città, della storia del quartiere, e dove uno possa credere di essere ancora all’inizio del XX secolo.

Café Moto non è un bar di tendenza con moto appese ai muri, o uno spazio adibito a vendita dove c’è la quintessenza dei prodotti e dell’abbigliamento motociclistico. È un piccolo ristorante creato con gusto e che ha fascino, che a volte diviene un night club alla sera, con una bella selezione di concerti ed eventi musicali. Con un’atmosfera soffusa e intima che quasi attutisce il frastuono dei vicini treni della metropolitana. Ancora più sorprendente e altrettanto intrigante è la storia di Bill Phelps, il suo fondatore. Bill è un fotografo professionista.

“Ho guidato e costruito molto per quasi 33 anni e scattato fotografie per quasi altrettanto tempo. Come puoi vedere ho viaggiato per diletto e per lavoro.

I viaggi, le moto, l’arte, il design, il cibo e le persone sono state le forze più forti in me durante tutta la mia vita adulta. Sono ora un papà e ho un nuovo mondo di fronte a me con mia figlia Hazel di 4 anni, l’unico vero amore della mia vita. Ho vissuto in Spagna all’inizio degli anni ’90, all’inizio della mia carriera: un periodo magnifico che mi ha certamente aiutato a raffinare il mio gusto per le cose ricche di esperienze e aspirazioni. Era l’era analogica prima di internet, prima dei cellulari, prima dei computer. Le terrazze erano i nostri centri di comunicazione, dove condividere idee, lavorare, sognare, flirtare, parlare di moto e di ricette.

“Il piano di aprire Moto è giunto anni più tardi, ma l’ispirazione è vecchia di decenni e in molti modi universalmente senza tempo. Ho trovato grande conforto e carburante nella mia “vita da bar” e volevo che continuasse. Moto è ora aperto da più di 13 anni. Molti si sono chiesti se stavamo costruendo un punto per motociclisti se si fermavano un momento a pensarci, e se sapevano da dove venivo avrebbero potuto trovare una risposta da soli. Non ci sono moto, parti di moto, ovvi dettagli che dicono “motociclista”. Ma è stato però costruito con la stessa attenzione ai dettagli e gli stessi materiali che mettiamo nella costruzione di una moto. L’abbiamo costruito noi stessi, ogni centimetro quadrato. Abbiamo reimmaginato la macchina per il caffè, girato a mano i rubinetti della birra e fatto a mano ogni vetrina. Non ho mai desiderato essere nel settore della ristorazione, ma è qualcosa di cui sono molto orgoglioso. Non ho più niente a che fare con il suo compito quotidiano, dato che viaggio e non vivo più a New York, ma lo visito spesso”.

MotorgrrlMotorGrrl, Works Engineering, Genuine Motorworks e il leggendario Indian Larry Motorcycles sono tutti a un tiro di schioppo dalla Automotive High School e dalla famosa Brooklyn Brewery. Prima le signore, naturalmente.

La mia prima fermata è da MotorGrrl di Valerie. Non avendo preso un appuntamento ed essendo un perfetto sconosciuto a Brooklyn, non ho idea di cosa aspettarmi, o di come sarò benvenuto. Fortunatamente ho con me una copia del primo numero di “Motorcycle Cities”, e, come molte altre volte, questo si è rivelato molto utile; perché a New York o a Brooklyn, i progetti di moto, i giornalisti e i registi abbondano.

Il concetto di MotorGrrl è semplice ma allo stesso tempo inusuale. Qui è possibile affittare uno spazio adibito a rimessaggio, con o senza servizi e assistenza meccanica, per la manutenzione della propria moto o per un progetto di restauro. A base giornaliera, settimanale o mensile. Ciò che è veramente speciale è che chiunque è benvenuto, indipendentemente dalla marca o dallo stile della propria moto, dalla propria età, capacità od origini. Qui il contatto umano e le relazioni interpersonali sono al primo posto. C’è scarsità di spazio a New York, i parcheggi e gli spazi di rimessaggio per auto e moto sono piuttosto comuni. Ma qui, è veramente possibile prendersela con calma per lavorare sulla propria moto o per effettuarci la manutenzione ordinaria.

È pure possibile apprendere alcune nozioni da meccanici più esperti. Lì ho incontrato Chris, che ha preso in affitto uno spazio per due mesi e si è preso un paio d’ore con un meccanico per far ripartire la sua Ducati Monster.

Ha stimato che questo gli costa la metà di ciò che un’officina convenzionale gli avrebbe chiesto, con il bonus di aver ricevuto una formazione. Come descritto da Chris, MotorGrrl offre un punto d’inizio, è un posto dove trovare supporto per apprendere le basi di meccanica, ma anche per socializzare. Ogni tanto arrivano facce nuove, mentre altri clienti vanno da un’altra parte. Un’altra particolarità è vedere qui un sacco di donne, di tutte le età: c’è anche una signora 65enne che sta per finire la sua BSA.

Valerie ha iniziato questo progetto 11 anni fa, più che altro per necessità, in quanto i costi di manutenzione iniziavano a essere troppo elevati e al tempo stesso la qualità del servizio troppo bassa per la sua Yamaha Virago XV500. Gestisce il garage, con attualmente 60 moto che sono in rimessa, 10 delle quali richiedono l’intervento di un meccanico. Il garage di Valerie è ad alcuni passi dal negozio del leggendario Indian Larry, il rinomato costruttore di chopper che purtroppo è morto in un incidente stradale nel 2004, all’età di 55 anni. Tuttavia l’anima del maestro è ancora viva, attraverso la sua famiglia e la sua comunità. Ho anche avuto l’opportunità di vedere la sua ultima realizzazione, la “Chain of Mistery”, con le sue particolari catene a formare il telaio, realizzata per la terza stagione di Bikers Build-Off.

Camminando nel negozio, parlando con rispetto di lui, ci si rende conto di quanto l’ambiente motociclistico di Brooklyn sia una comunità molto unita. Le conversazioni e i riferimenti si sono intrecciati in tutte le persone che ho incontrato, come una rete che cresce nella mia mente, soprattutto in questa città, dove le moto hanno un posto così speciale. Terminiamo la nostra conversazione riguardo i lavori in pelle e l’artigianato, il mio argomento preferito. Lì, Valerie parla del lavoro di Paul Cox e della sua Panhead custom “The Berserker”, completamente ricoperta in pelle con design ispirati alla cultura vichinga.

Works EngineeringSulla mia strada verso Works Engineering, mi fermo da Genuine Motorworks. È un piccolo negozio in un angolo di una strada piuttosto nascosta, ma è nel punto giusto tra alcune officine di moto, creando un ovvio legame con la cultura americana dei chopper, ma seguendo nel contempo anche le tendenze contemporanee. Dicono “Non c’è modo come il modo americano”, ed è abbastanza logico scoprire una fine selezione di abbigliamento motociclistico e accessori di marchi locali, sebbene siano famosi in tutto il mondo. Dalle giacche Schott ai prodotti Indian Larry, alle gamme esclusive di Biltwell, Pendleton e Thorogood, tutto è Made in USA o addirittura fatto a Brooklyn.

Mentre mi avvicino a Works Engineering, finalmente trovo quello che stavo cercando; o almeno, quello che speravo di scoprire a Brooklyn. Loghi vintage dipinti a mano su una facciata fatiscente, un luogo pieno di mille e un tesoro, moto d’epoca e le loro storie vere. Incontro il proprietario Rik, originariamente di Bonn, e anche un giovane di talento di nome Oscar, e Larry di NYC Motorcycles che passa con la sua Ford Mustang, mentre stava per andare ad aprire un angolo “lifestyle” a Works Engineering , le quali storie potrebbero riempire da sole cinque numeri di “Motorcycle Cities”.

Qui odora di metallo e olio. Olio vero! Quindi, entro. È un’area di 900 m² con svariati spazi uno accanto all’altro, posti di lavoro e stanze adibite a magazzino. La gente va e viene costantemente. C’è anche una piccola scuola di circo all’interno, un artista di tatuaggi, una sala da biliardo, e anche un belga, Benoit, che armeggia su una Monkey da 140 cm³, quindi tutto va bene.

Rik si è stabilito a Brooklyn nel 1999 circa per aprire l’officina Works Engineering assieme al suo partner Ray, che sfortunatamente è scomparso un anno fa. Mi racconta anche che il suo mutuo sta per terminare, e che non sa ancora dove e come continuerà il progetto. Questo però non lo tiene sveglio la notte, e nuovi progetti sono già in arrivo, come l’installazione di un angolo Lifestyle, diretto da Larry Morris di New York City Motorcycles, con il sostegno di Deus.

Rik è un amante delle moto da strada e da fuoristrada e delle gare di mezzi d’epoca. Spesso guida moto in tutti gli Stati Uniti, e attualmente sta preparando la sua prossima gara in Alabama, la cui popolarità è paragonabile alla Spa Classic Bikes in Belgio. I partecipanti possono registrarsi in almeno 40 diverse categorie, così possono condurre più di una volta e ottenere che la loro moto venga esposta in svariate competizioni.

Scivolo via e mi intrufolo tra le moto, per dare un’occhiata più da vicino. Salendo le scale, mi ritrovo in una stanza dove Oscar nasconde i suoi mezzi. Oscar è un giovane genio che ha delle mani d’oro. Sta studiando ingegneria aerospaziale ma passa la maggioranza del suo tempo in officina, saldando e restaurando vecchi torni, frese e altre vecchie attrezzature. Proprio ora, sta lavorando su due moto differenti che sicuramente saranno presto notate.

Mentre finisco il mio giro, mi incontro con Larry Morris un’altra volta. Un personaggio chiave nel mondo motociclistico statunitense, conosce chiunque nell’ambiente delle moto, e chiunque conosce lui. Passa il suo tempo tra New York e Los Angeles, spostandosi fra le due città per prendere parte a gare ed esposizioni vintage con la sua collezione di moto. Per dare meglio l’idea, la sua collezione include le seguenti moto: una Laverda 750 SFC del 1972, una Laverda Formula 500, una Benelli 250SS, una Harley Davidson XR750, un Honda Dream 50, una Kawasaki H1, una Norton Commando, una Matchless G80CS Scrambler, e molte altre.

Mi dice anche del suo progetto di negozio, un luogo dove mostrare alcune delle sue moto, ma anche una gamma di abbigliamento e accessori alla moda. Il progetto è sostenuto da Deus, perché sono gli unici che possono sponsorizzare e sostenere il “cool”. Sulla mia strada verso casa, alcune settimane più tardi, lo chiamo per sapere come è andata l’inaugurazione. Un successo, come mi immaginavo. Lucy Liu è già una buona cliente e le riviste “Motorcycle Cities” si vendono bene. Vedete, questa è New York.

Jane Motorcycles

Ritorno alla realtà e mi dirigo verso Williamsburg con un altro giro emozionante. Sì, è un’altalena emozionale, piena di estetica, passione e moto. È Disney World per grandi, proprio come in un film. Ma non fraintendetemi, non è tutto gloria e prosperità, è lontano dall’esserlo. Lo spazio è decisamente un lusso. Riuscire a guadagnare da una passione è ancora più un lusso. Le porte si aprono, ma con cautela, perché il tempo è denaro, e ogni minuto deve essere redditizio per andare avanti.

Passo velocemente da Brooklyn Moto per incontrarmi con Marc, uno specialista Ducati e Triumph, e poi un’altra breve fermata al Venier Customs Garage, che tratta per lo più Guzzi e Ducati. Marc mi dice che lavora spesso con Jane Motorcycles per preparare o restaurare le Ducati per i suoi clienti. Allora il collegamento è creato: è una cosa buona perché è dove voglio andare successivamente. Vedete, Jane Motorcycles è un tipo di posto di tendenza: è un po’ cliché per alcuni, ma per altri è una boccata d’aria fresca, specialmente per i “nuovi ricchi” che vengono dal distretto finanziario.

Il negozio va bene e attrae questa clientela di alto livello con i marcgi giusti e le loro gamme in mostra. È una combinazione unica di abbigliamento specializzato, moto personalizzate, caffè, libri e riviste, tutti nello stesso luogo. Molti marche e molte aziende al di fuori del panorama motociclistico lavorano con Jane perché il negozio crea un legame ovvio tra stile di vita, moda, cultura motociclistica, tendenze, il tutto con autenticità. E le aziende sono decisamente interessate in questi posti: le personalità di alto profilo prenotano il posto per cene o feste private. Anche le celebrità e le star dei film vengono per un caffè.

Ma c’è dell’altro: Soprattutto, Jane Motorcycles è il progetto di Adam e Alex. Hanno creato questo posto tre anni fa, poiché erano entrambi a un bivio nelle loro vite e cercavano una sfida professionale desiderando qualcosa di più concreto, che potessero toccare e sentire, e volevano anche la possibilità di essere più vicini ai loro clienti.

I miei amici sanno quanto sia forte il mio rapporto con questo. Uno lavorava nel settore della tecnologia e dell’ecommerce a Los Angeles, l’altro era già nel business delle moto a New York City. Entrambi appassionati di moto e di caffè, e da lì l’idea di un ritrovo come un bar, un’ovvia scelta per condividere le loro passioni e creare una comunità. Una comunità che ora si estende ai loro fornitori e a tutte le persone con cui lavorano, come la loro impresa di torrefazione, Parlor Coffee, anch’essa a Brooklyn, o i costruttori che espongono le loro moto nel negozio.

Una location fantastica, spaziosa e dalle belle decorazioni; qui, ai piedi del Williamsburg Bridge, il ponte sospeso lungo 2,2 km e vecchio 100 anni, che collega Lower East Side a Williamsburg. Una scelta ovvia per i proprietari, una scelta significativa per il negozio. In un quartiere più trendy di Manhattan, forse più aperto al loro concetto, e anche meno affollato. Qui, Adam e Alex danno il benvenuto a chiunque per il loro caffè mattutino, 7 giorni alla settimana, a partire dalle 7 di mattina.

Second Stroke MopedsDopo essere stato da Jane, ritorno a Café Moto per completare il mio tour di Williamsburg e Greenpoint. Poi, salgo sulle linee J e M della metropolitana fino a Myrtle Avenue ricordando Works Engineering e questa vera atmosfera meccanica che amo tanto, e qui facciamo un passo in più, ancora più stravagante.…

Benvenuti da Second Stroke Mopeds. Il rumore dei treni della metropolitana è ancora assordante, ci sono ancora alcune brutte persone che vagano per le strade, ma mi sto abituando, inizio a far parte della folla. Il fatto che sto indossando il mio berretto NY Yankees contraffatto potrebbe avermi aiutato. Non trovo subito il posto: non ci sono da nessuna parte insegne facili da individuare. Nella distanza, vedo un gruppo di persone che sta filmando un ragazzo che tenta di fare impennate in sella a un motorino. Fantastico. Quello deve essere il posto.

Come il nome suggerisce, tratta unicamente di due tempi e tutti i tipi di motorini, è un posto tanto matto quanto la gente che lo frequenta. Non appena entro, un cliente fisso chiede a Peter sulla specificità e la viscosità dell’olio, e va avanti per mezz’ora, solo per essere sicuro di fare la scelta giusta per il sua Kawa.

Second stroke Mopeds è avvenuto in modo organico. Prima con Peter, che si è trasferito in città quando aveva 22 o 23 anni, pazzo per il suo motorino e alla ricerca di compagni e luoghi per condividere questo interesse. Da questo nacque Mission23, un gruppo di amici appassionati, uniti dalla passione dei due tempi.

Oggigiorno, Second Stroke è una specie di tempio dei motorini a New York, specialmente per tutto ciò che è relativo ai 2 tempi degli anni ’70. Sin dal 2011 la gente è venuta qui per consigli e riparazioni in un’atmosfera di comunità, per incontrare nuovi amici. Peter non tiene la sua competenza e conoscenza per se stesso, desidera condividerla. Vorrebbe vedere ogni proprietario capace di prendersi cura della manutenzione del suo motorino, per poter estendere l’amore e la conoscenza all’interno della comunità dei due tempi.

C’è una forte richiesta di questi mezzi, probabilmente una delle migliori alternative al trasporto pubblico per muoversi in città. La loro accessibilità è una carta vincente, in quanto non è necessaria né la patente, né l’assicurazione. 

Tutto ciò che bisogna fare è registrare il motorino. Per quanto riguarda i marchi, l’offerta è piuttosto variegata. Ci sono i classici francesi, quelli che tutti conosciamo in Europa, Peugeot e Motobecane, con una preferenza per Peugeot, più semplice da mantenere e anche più affidabile.

I Motobecane, o come vengono chiamati qui, Mobi, sono troppo fragili e non così diffusi. Con un design similare, ci sono i Tomos. Non avevo mai sentito questa marca slovena prima d’ora, è ancora in attività, ma non è più importata negli Stati Uniti.

Poi, c’è l’attuale scelta alla moda: Puch. Con il serbatoio sopra il telaio e il motore al di sotto, è splendidamente progettato e molto apprezzato da tutti i costruttori e dai ragazzi giovani, alla ricerca del mezzo a due tempi perfetto per il loro stile. Quindi i prezzi di questi vanno alle stelle, spesso tra 2.000 e 3.000$, quando è possibile trovare un Motobecane per 1.200$, con garanzia di due mesi. Naturalmente stiamo parlando di motorini da 50 cm³, ma un sacco di kit per motori sono disponibili per aumentare la cilindrata e la potenza. Sfortunatamente, alle spese dell’affidabilità, anche se si può raggiungere un buon equilibrio…

Continua nella
Café Moto

Café Moto is where my tour of Brooklyn starts, right next to Hewes Street Station, on the J/M lines. That’s where the subway lines are running outside, in between buildings. Where the noise is unbearable and it's not so pleasant to go for a stroll on a winter’s night. But, that’s really where one can get a sense of the city, of the neighborhood's history, and where one might believe it’s still the turn of the XXth century.

Café Moto is not a trendy bar with bikes hanging on the walls, or a shopping space selling the quintessential biker’s lifestyle products and clothing. It is a small, tasteful, and charming restaurant that sometimes becomes a club at night, with a nice selection of gigs and musical events. With dimmed and intimate vibes which almost muffle the racket of the nearby subway trains. More surprising and equally intriguing is the story of Bill Phelps, its founder. Bill is a professional photographer.

Motorgrrl

MotorGrrl, Works Engineering, Genuine Motorworks and the legendary Indian Larry Motorcycles are all a stone’s throw away from the Automotive High School and the famous Brooklyn Brewery. Ladies first, of course.

My first halt is at Valerie’s MotorGrrl. Having made no appointment and being a complete stranger in Brooklyn, I have no idea what to expect, or how I will be welcomed. Fortunately, I am carrying a copy of the first issue of “Motorcycle Cities,” and like many times before, it has proven to be quite helpful. For in NY or in Brooklyn, motorcycle projects, journalists, and filmmakers abound.

MotorGrrl’s concept is simple and yet unusual. Here you can rent a storage space, with or without service and mechanical assistance, for the maintenance of your motorcycle or a restoration project. On a daily, weekly, or monthly basis. What’s truly special is that everyone is welcome. No matter the brand or the style of your ride, your age, your skills or your origins. Human contact and relationships come first. There’s a lack of space in New York; parking and storage spaces for cars and motorcycles are fairly common. But, here, you can really take your time to work on your bike, or to service it.

You can even learn a few things from more experienced mechanics. There, I met Chris who rented a space for two months and got himself a couple of hours with a mechanic to restart his Ducati Monster. He estimated this cost him half of what a regular garage would have charged, with the bonus of having received training. As described by Chris, MotorGrrl offers a starting point, a place to find support to learn the basics of mechanics, but also to socialize. Every few months, new faces come in, while other customers go someplace else. Another particularity is seeing a lot of women here, of all ages. A 65-year-old lady is about to finish her BSA there.

Valerie started this project 11 years ago, mostly out of necessity, because of the maintenance costs being too high, and the quality of service being too low for her 1983 Yamaha Virago XV500. She runs and manages the garage, with currently 60 stored bikes, 10 of them requiring the services of a mechanics. Valerie‘s garage is located a few steps away from the shop of the legendary Indian Larry, the renowned chopper builder, who sadly died in a road accident in 2004 at the age of 55. Still, the soul of the master remains alive, through his family and his community. I also had the chance to see his last build, the ‘Chain of Mystery,’ with its particular chains frame designed for the third season of Bikers Build-Off.

Walking around the shop, talking respectfully about him, you realize how much the Brooklyn motorcycle scene is a tight-knit community. Conversations and references have been interweaving through all the people I met, like a web growing in my mind, especially in this city, where motorcycles have such a special place. We end our chat, talking about leatherwork and craftsmanship, my field of preference. There, Valerie talks about the work of Paul Cox and his Custom Panhead called ‘The Berserker,’ completely covered in leather with Vikings-inspired designs.

Works Engineering

On my way to Works Engineering, I stop by Genuine Motorworks. It’s a small shop on a pretty secluded street corner, but it’s standing in the right spot, sandwiched between a few motorcycle garages, creating an obvious link with the American Chopper Culture, while following the current trends. They say, "There's no way like the American way," and it’s quite logical to discover a fine selection of motorcycle apparel and accessories from local brands, although all world-renowned. From Schott jackets to Indian Larry products, from Biltwell, Pendleton, and Thorogood exclusive ranges, everything is made in the USA, or even in Brooklyn.

As I get closer to Works Engineering, I finally find what I came looking for; what I hoped to discover in Brooklyn anyway. Vintage hand-painted logos on a crumbling facade, a place filled with a thousand and one treasures, vintage bikes, and their true stories. I meet the owner Rik, originally from Bonn, as well as a gifted young guy named Oscar, and Larry from NYC Motorcycles passing by in his Ford Mustang, about to open a Lifestyle corner at Works Engineering, and whose stories alone could fill at least five issues of “Motorcycle Cities.”

Here it smells like metal and oil. Real oil! So, I step inside. It’s a 10,000 square-foot area, with many different spaces side by side, workplaces, and storage rooms. People are coming and going constantly. There is even a small circus school inside, a tattoo artist, a pool parlor, and even a Belgian guy, Benoit, tinkering on a 140cc Monkey, so all is well.

Rik settled in Brooklyn around 1999 to open the Works Engineering garage with his partner Ray, who unfortunately passed away a year ago. He also tells me his lease is about to end, and that he doesn’t know yet where and how he will continue the project. This does not keep him up at night though, and new projects are already on their way. Such as the installation of a Lifestyle corner, led by Larry Morris of New York City Motorcycles, with the support of Deus.

Rik is a lover of motorcycles, dirt bikes and vintage racing. He rides extensively throughout the US, and he is currently preparing his next race in Alabama, which popularity is comparable to the Spa Classic Bikes in Belgium. Participants can register in almost 40 different categories, so they can ride more than once and get their bike displayed in several competitions.

I slip away and sneak between the bikes, to get a closer look. Going up the stairs, I find myself in a room where Oscar hides with his machines. Oscar is a young genius that must have hands made of something better than gold. He is studying aerospace engineering but spends most of his time in the shop, welding, restoring old metal lathes, milling machines, and other old tools. Right now, he is working on two different bikes that will surely get noticed soon.

As I finish my round, I bump into Larry Morris again. A key character in the US motorcycle world, he knows everyone in the motorcycle scene and vice versa. He shares his time between New York and L.A, moving between the two cities to take part in races and vintage shows with his motorcycle collection. To get a better idea, his collection includes the following bikes: a 1972 Laverda 750 SFC, a Laverda Formula 500, a Benelli 250SS, a 1970 Harley XR750, a Honda Dream 50, a Kawasaki H1, a Norton Commando, a Matchless G80CS Scrambler, and many others.

He also tells me about his shop project, a place to exhibit some of his motorcycles, but also a range of clothes and fashionable accessories. The project is supported by Deus, because they’re the only ones able to sponsor and support the 'cool.' On my way home, a few weeks later, I call him to know how the opening went. A success, I guess. Lucy Liu is already a good customer and “Motorcycle Cities” magazines are selling well. This is New York, you see.

Jane Motorcycles

I return to reality and head toward Williamsburg for another exciting ride. Yes, it’s an emotional rollercoaster here, full of aesthetics, passion, and motorcycles. It’s Disney World for grownups, just like in a movie. But don’t get me wrong, it’s not all glory and prosperity, far from it. Space is definitely a luxury. Being able to make a living out of one’s passion is even more of a luxury. Doors are opening, but warily, because time is money, and every minute must be profitable in order to go forward.

I quickly drop by Brooklyn Moto, to meet Marc, a Ducati and Triumph specialist, and then another short stop by the Venier Customs Garage, dealing mainly with Guzzi and Ducati. Marc tells me he often works with Jane Motorcycles to prepare or restore Ducati bikes for his clients. The connection is made then; that’s a good thing because that’s where I want to go next. You see, Jane Motorcycles is kind of the trendy place; it’s a bit cliché for some, a breath of fresh air for others. Especially for the ‘nouveaux riches’ coming from the financial district.

The shop is doing well and it attracts this upmarket clientele, with all the right brands and ranges on display. It’s a unique combination of specialized clothing, custom bikes, coffee, books and magazines, all in one place. Many brands and companies outside of the motorcycle scene work with Jane, because the shop creates an obvious link between lifestyle, fashion, motorcycle culture, trends, with an authentic side to it. And companies are definitely interested in such places. High-profile personalities are booking the place for dinners or private parties. Even celebs and movie stars are popping in for a coffee.

But, there’s more. Above all, Jane Motorcycles is Adam’s & Alex’s project. They created this place three years ago, being both at crossroads in their lives and looking for a new professional challenge, longing for something more concrete, that they could touch and feel, and also a chance to be closer to their customers.

My friends know how strongly I can relate to that. One was working in the tech and e-commerce industry in L.A., the other one was already in the motorcycle business in NYC. Both were motorcycle and coffee enthusiasts, hence the idea of a coffee shop, an obvious choice to share their passion and create a community. A community now extending to their supplier and all the people they work with, such as their roaster, Parlor Coffee, also located in Brooklyn, or the builders who display their motorcycles in the shop.

A gorgeous, spacious and freshly decorated, spot-on location! Here, at the foot of the Williamsburg Bridge, the 7,308 ft-long, 100-year-old suspension bridge, that connects the Lower East Side to Williamsburg. An obvious location for the owners, a meaningful choice for the shop. A trendier neighborhood than Manhattan, perhaps more receptive to their concept, and also less jam-packed. Here, Adam and Alex welcome everyone for their first morning coffee, 7 days a week, from 7 am.

Second Stroke Mopeds

After Jane, I head back to Café Moto to complete my Williamsburg/Greenpoint tour. Then, I hop on the J/M subway line to Myrtle Ave. Reminiscent of Works Engineering and this true mechanical atmosphere I love so much, we go one step further here, even more offbeat ...

Welcome to Second Stroke Mopeds. The noise of the subway trains is still deafening, there are still some bad boys roaming the streets, but I’m getting used to it, and I feel I’m starting to fit in the crowd. The fact I’m wearing a counterfeit $ Yankees beanie may help. I don’t find the place right away; there are no easy-to-spot signs anywhere. In the distance, I see a group of people filming a guy trying to pull wheelies on a moped. Great. That must be the place.

As the name suggests, it’s all about two-strokes and all kinds of mopeds. A place just as crazy as the people who haunt it. As soon as I get in, a regular customer asks Peter about oil specificity and viscosity, and it goes on for half an hour, just to be sure he’s making the right choice for his Kawa.

Second stroke Mopeds happened organically. First with Peter, who moved to the city when he was 22 or 23 years old, crazy about his moped and looking for fellow riders and places to share this interest. From this came Mission23, a group of friends, enthusiasts, united by the two-stroke passion.

Today, Second Stroke is kind of a moped temple in New York, especially for everything related to the 70s two-stroke bikes. Since 2011, people have been coming here for advice, repairs, in an atmosphere of community and to meet new friends. Peter is not keeping his expertise and knowledge to himself, he’s willingly sharing it. He would like to see each owner being able to take care of his moped’s maintenance, in order to extend the love and the knowledge within the two-stroke community.

There is a strong demand for these machines, probably one of the best alternatives to public transport for traveling around the city. Accessibility is also very easy, no need for a driving license or insurance. All you need is to register the moped. In terms of brands, the offer is quite extensive. There are classics, those we all know in Europe, Peugeot and Motobecane. With a preference for Peugeot, easier to maintain and also more reliable. The Motobecane or Mobis as they’re called here, are too fragile and not so popular. With a similar design, there are Tomos. I had never heard about this Slovenian brand before, it is still in activity, but no longer imported in America.

Then, there’s the current fashionable choice: the Puch. With the tank over and the engine down the frame, it is beautifully designed and highly prized by all the builders and the young guys, looking for the perfect two-strokes machine to match their style. So prices for these are going through the roof, often between $2,000 and $3,000, when you can find a Motobecane for $1,200, including a two-month warranty. Of course, we are talking about 50ccs, but lots of engine kits are available to increase the displacement and boost the power. Unfortunately, at the expense of reliability, even if a good balance can be achieved… To be continued in Part 2.

Testo e immagini di

Jonathan Wieme

Incontra Jonathan Wieme, la persona dietro “Motorcycle Cities”. Una rivista indipendente che abbiamo trovato per caso durante una piacevole passeggiata di sabato pomeriggio ad Anversa.

Fatti ispirare. Leggi qui.

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