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Motorcycle Cities, Amburgo seconda parte – Ehinger Kraftrad

Motorcycle Cities, Hamburg Pt. 2 – Ehinger Kraftrad

Da Un salto indietro nel

tempo a Ehinger Kraftrad

Motorcycle Cities si immerge più a fondo nella cultura motociclistica nel paesaggio urbano di Amburgo, in Germania. Ecco cosa succede…
Un salto indietro nel tempo

Mi sono diretto verso una vecchia stazione di servizio abbandonata che è stata restaurata e convertita in un bar: ora è un luogo di ritrovo per le vecchie auto e per i vecchi tempi. Non avrei mai pensato di trovarmi nel bel mezzo degli anni ’50, in un’atmosfera così insolita e autentica. L’edificio risale al 1953 e tutto è stato restaurato alla sua forma originale. Presto sarà addirittura possibile fare rifornimento!

L’edificio ha una grande area adibita a garage e officina, un ufficio e uno spazio per il barristorante. Tutto ha uno stile molto anni ’50 con le pinup dietro al bancone e una Speedster in officina. Tutto quello che manca è solo l’addetto del garage col cappellino che ti viene a riempire il serbatoio e lava il parabrezza. Dopo questa interessante scoperta, è ora di visitare due negozi con un fascino da gentleman rider, Riders Room e Vater & Sohn.

Riders Room

Sin dal 1955 Riders Room ha offerto ai gentleman, e ai motociclisti che apprezzano lo stile retrò, il meglio del meglio in termini di abbigliamento, scarpe e accessori. Questo negozio è uno dei marchi più vecchi in Germania, e offre giacche da pilota Aero e scarpe Red Wings.

Oltre a questo, ci sono anche diverse marche tradizionali che vanno da Levi’s a Vanson Leathers, Edwin, Wrenchmonkees Apparel Co., Davida, Barbour, o la marca di olio motore Mathé Chromjuwelen, con la sua confezione che viene direttamente dai paddock della F1 degli anni ’50.

Vater & Sohn

Un po’ più a nord, 10 minuti da lì, c’è il negozio molto accattivante di Vater & Sohn. Il posto è sublime, la selezione all’avanguardia, e il tipo di prodotti disponibili estremamente variato. Questo è più un conceptstore dove ti immergi in un universo retrò, biker e gentleman, e dove potresti incontrare un artigiano che crea cinture su misura e personalizzate di giorno e organizza concerti alla sera.

Dopo di questo, se sei un estimatore delle inglesi o se vuoi effettuare un restauro sulla tua bicilindrica, dai un’occhiata a Single & Twin, sulla sponda settentrionale dell’Elba: anche loro hanno un negozio che vende accessori. E poi continuo col mio viaggio.

Ehinger Kraftrad

Quando si leggono storie su un tizio che compra 300 o 400 Harley in un colpo solo da qualche parte in Corea del Sud, che canta canzoni popolari tedesche davanti ai poliziotti, o che ha comprato una Vincent HRD per 70 dollari perché il venditore conosceva più Alexander Hamilton che Benjamin Franklin, è chiaro che un incontro con questa persona e una visita allo studio Ehinger Kraftrad non deluderà nessuno.

Avevo sentito parlare delle avventure archeologiche e sudamericane di Uwe Ehinger, ma non sapevo che fosse ancora così attivo nel mondo della personalizzazione fino a quando ho scoperto la sua “Snowracer” all’Art Ride di Wheels & Waves nel giugno 2014. Questa Harley a telaio rigido del 1936, ispirata alle cronoscalate e con un motore VLH, spiccava da tutto il resto nell’hangar di Biarritz.

L’impazienza ripaga

Così è stato con impazienza, passando da un magazzino all’altro, che sono tornato al suo studio in mezzo a una rete di brevi canali. Siamo nella “Speicherstadt”, letteralmente “città dei magazzini”, che si è sviluppata tra il 1885 e il 1927 ed è oggi un patrimonio mondiale dell’UNESCO. È uno dei più grandi complessi di magazzini portuali unificati del mondo. Ehinger Kraftrad si trova in uno dei magazzini di mattoni rossi sormontati da tetti di rame e torrette in stile neogotico. E quello è abbastanza…

Quando finalmente arrivo, Uwe mi dà il benvenuto e mi mostra lo spazio attorno. Ci sistemiamo nei comodissimi divani di pelle in un angolo dello studio, con luci soffuse. Uwe inizia a raccontarmi la sua storia, riguardo quando ha cominciato, il suo amore per le moto e la semplicità delle cose. Avrei dovuto prendere appunti, o in ogni caso avrei dovuto chiedere di registrare tutto, ma ho semplicemente ascoltato. Fortunatamente per me, e per coloro che vogliono conoscerlo meglio, c’è un libro su di lui: Rusty Diamonds, A Kraftrad Journey by Uwe Ehinger. Lo raccomando vivamente, se non altro per la sua bellezza intrinseca.

“La perfezione è raggiunta, non quando non c’è nient’altro da aggiungere, ma quando non c’è nient’altro da togliere”

Un amore a prima vista

Uwe è entrato nel campo delle moto all’età di sei anni nella hacienda di suo zio in Argentina. Dopo aver guardato Easy Rider all’età di 17 anni, tutto ciò che poteva pensare erano le Harley. Ha sentito di una vecchia Harley della polizia veniva messa all’asta in Belgio. Se non mi sbaglio, era una Knucklehead del ’76 o ’77. Poiché aveva solo 17 anni, ha chiesto i documenti a suo fratello maggiore ed è riuscito a tornare ad Amburgo, dove studiava, ma dietro il manubrio (detto tra noi). Dal 1979 al 1989, venne un periodo di ricerca titanica ai quattro angoli del mondo nell’universo delle moto in generale, ma soprattutto delle Harley. Cercava le moto, le comprava, le importava, le vendeva, e così via. Ci sono tanti aneddoti e situazioni improbabili nel libro quante sono le moto elencate.

Nel 2008, con la sua partner Katrin Oeding, ha lanciato Ehinger Kraftrad. Questo studio di design e sviluppo progetta e produce moto fuori dal comune, uniche e fatte su misura (come testimonia il suo secondo posto all’AMD con la Snowracer nella categoria “Modified Harley-Davidson Class”). Ma non si ferma alle moto. Sviluppa e produce anche un’intera gamma di parti e accessori per moto, soprattutto Harley, e ha lanciato una linea di abbigliamento e accessori in pelle con il marchio “Ehinger Kraftrad” che la si può trovare da Vater & Sohn. Da allora, un po’ di tempo dopo la mia visita, ha svelato la sua ultima special: la “Speedster”. Questa moto con il suo motore UL Flathead del ’37, si è ispirata alle moto da corsa degli anni ’20. Il motore era stato progettato per la Born Free, sulla quale era di gran lunga il Flathead più bello, come si può vedere dalla reputazione che ha ricevuto per questo. Personalmente, raramente ho visto un’estetica avanzata così omogenea e un tale dettaglio nelle finiture.

Raggiungimento della perfezione

In effetti, questa linearità è ciò che trovo quando confronto ciò che mi ha detto con il suo lavoro che ho potuto scoprire più dettagliatamente in seguito. Si prende delle libertà nelle sue scelte e non ha paura di andare contro le tendenze, o comunque di seguire una filosofia che gli piace.

Questa fedeltà porta a risultati che sono solo suoi, con una grande personalità e distinzione. Le sue special sono pure e semplici, ma simultaneamente complesse. Non esita a enunciare la famosa frase di StExupéry: “La perfezione è raggiunta, non quando non c’è nient’altro da aggiungere, ma quando non c’è nient’altro da togliere”.

L’ultimo giro

Dopo questa visita a Ehinger Kraftrad, avevo bisogno di andare in moto, uscire, digerire il momento. Mi sono diretto verso l’Elbchaussee. Questa strada si è rivelata essere perfetta per lo scopo, lunga e ampia, con curve veloci e alberi allineati lungo entrambi i lati della strada. Tutto attorno alla riva c’è una vista imbattibile del porto, mentre si passano alcune delle case più belle di Amburgo.

Concludo il mio giro ai piedi della chiesa di S. Michaelis. Sembra che ogni anno, nel mese di giugno, più di 30.000 motociclisti e 100.000 spettatori si riuniscano qui per il Motorcycle Church Services o MoGo (Motorrad-Gottesdienst). È uno dei più grandi raduni di questo tipo in Europa. Sperando che Dio benedirà anche me, prendo di nuovo la strada.

Rubata ma non dimenticata

Purtroppo, poco dopo la mia visita ad Amburgo, la mia piccola macchina fotografica a pellicola Canon che conteneva alcune delle foto a colori che volevo condividere qui è stata rubata.

Eh, beh… è andata come è andata. Un senso dell’incompleto, imperfetto e crudo.…alla fine è proprio come Amburgo

Testo e immagini di

Jonathan Wieme

Incontra Jonathan Wieme, la persona dietro “Motorcycle Cities”. Una rivista indipendente che abbiamo trovato per caso durante una piacevole passeggiata di sabato pomeriggio ad Anversa.

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