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Spiegazione della certificazione CE

Cosa significa e perché dovrei preoccuparmi? Lascia che ti forniamo una panoramica della normativa sui DPI e della certificazione CE, e cosa significhi per te come consumatore.

La normativa sui DPI

Dall’aprile 2018, tutti gli indumenti per moto rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento DPI, il che significa sostanzialmente che se l’abbigliamento viene venduto come protettivo per moto, è considerato un dispositivo di protezione individuale e deve essere testato presso un organismo ufficiale notificato in base a una serie rigorosa di norme per conformarsi al regolamento DPI.

In questo articolo illustreremo le basi della certificazione CE e della conformità; cosa significhi inoltre per te come consumatore, in modo da sapere cosa cercare quando vuoi acquistare abbigliamento o attrezzatura da moto, online o in negozio.

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Iniziamo dalle basi cosa significa CE

Probabilmente hai visto il marchio "CE" sugli articoli che hai acquistato da un negozio, tra cui giocattoli per bambini, elettronica, pentole, e così via. CE è l’acronimo di “Conformité Européenne” (conformità europea in francese).

L'etichetta o la marcatura CE su un prodotto è una dichiarazione di conformità alle normative in materia di salute, sicurezza e protezione ambientale applicabili ai prodotti venduti all’interno dello Spazio economico europeo (SEE). La marcatura CE si trova anche sui prodotti venduti al di fuori del SEE che sono fabbricati o creati per essere venduti nel SEE.

Parliamo di sicurezza

Ammettiamolo, la sicurezza non è un argomento eccitante. Quando si inizia a parlare di numeri e lettere riguardanti i requisiti di certificazione, l’interlocutore ha la tendenza a far vagare la mente pensando ad altro. E lo capiamo bene.

Ma anche se non è una cosa eccitante di cui parlare, è qualcosa di cui è sicuramente necessario parlare, soprattutto per farti sapere che stiamo lavorando instancabilmente per assicurarci di essere all’altezza dei severi requisiti.

Come sono collegati gli standard CE e i DPI?

Hanno una forte relazione, a dire il vero. L’abbigliamento da motociclista (in particolare giacche e pantaloni, ma anche guanti, stivali e protezioni per gli impatti) fa parte di quella categoria che viene chiamata dispositivi di protezione individuale, ovvero DPI. E proprio come i tuoi utensili da cucina o i dispositivi elettronici, i DPI sono regolati da una serie specifica di norme e regolamenti a seconda di come questi prodotti vengono utilizzati, a seconda di come vengono classificati e in quale gruppo o sottogruppo rientrano. Ecco dove il tutto diventa più complicato. L’insieme di standard a cui i DPI per il tempo libero si conformano, in particolare l’abbigliamento per motociclisti, è la norma CE EN 17092, che ora è diventata una norma europea armonizzata.

Questo termine significa che è riconosciuta in tutta l’UE come uno strumento ampiamente accettato per la certificazione di DPI negli indumenti per motociclisti. Elaboreremo questo un po’ più avanti. Detto ciò, qui declineremo le responsabilità e affermeremo che si intende che questa è una panoramica generale di un argomento incredibilmente complesso, che è sia politicamente che economicamente delicato. Lo scopo è aiutare i motociclisti a capire che anche con un sistema possibilmente imperfetto in atto, l’etichetta o marcatura di certificazione CE significano qualcosa. Significano che gli indumenti sono stati testati per soddisfare almeno i requisiti minimi di sicurezza, in modo da sapere qual è il loro scopo. E questo è equipaggiamento di protezione personale sotto forma di abbigliamento da moto.

La nascita della norma EN 13595

Tutto ciò che viene ritenuto dispositivo di protezione individuale (DPI) ha sempre dovuto soddisfare la Direttiva DPI 89/686/CEE, che è stata introdotta il 21 dicembre 1989 ed è stata attuata integralmente il 30 giugno 1994. Questa “vecchia” direttiva sui DPI specificava una vasta serie di requisiti ai quali i DPI dovevano conformarsi. I requisiti erano piuttosto vaghi e la dimostrazione della loro conformità era, più o meno, aperta all’interpretazione e soggetta “all’immaginazione” dei produttori e degli istituti di prova accreditati.

Ecco uno dei tanti punti importanti. Direttiva per DPI è differente dal regolamento per DPI. Affinché possa avvenire la certificazione CE, i DPI dovrebbero essere testati rispetto a una serie specifica di norme relative al loro uso specifico. Parliamo così di un insieme di standard all’interno di un insieme di regole e regolamenti. E quindi fa la sua comparsa la norma EN 13595. Al fine di armonizzare i criteri tra i paesi europei, era stata creata la norma EN 13595, che forniva uno strumento per la prova dell’abbigliamento per motociclisti; tuttavia è stata ampiamente ignorata dal settore dell’abbigliamento per motociclisti in quanto si riferiva solo all’uso professionale.

La norma EN 13595 descriveva in quattro parti, come era possibile ottenere la certificazione: 1) requisiti generali, 2) i metodi di prova per la determinazione della resistenza all’abrasione da impatto, 3) il metodo di prova per la determinazione della resistenza allo scoppio e 4) il metodo di prova per determinare la resistenza al taglio da impatto quando applicato su abbigliamento da motociclista per uso professionale.

Esempi di motociclisti professionisti possono includere: qualcuno che consegna lettere, pacchi o altri piccoli carichi, o il trasporto di passeggeri in moto, oppure l’uso per prestare cure mediche di emergenza, o ancora, l’uso per fornire supporto a veicoli in panne. Se devi condurre una moto per svolgere il tuo lavoro, i tuoi “indumenti” devono essere conformi alla norma EN 13595 per poter essere certificati CE. Ma poiché la maggior parte dell’abbigliamento per motociclisti era destinato, come molti hanno sostenuto, per il tempo libero, lo standard è stato sostanzialmente ignorato dal settore.

È ora di nuove regole!

Dal momento che il settore ha ampiamente ignorato/trascurato la norma professionale EN 13595, ciò ha comportato la chiusura della Direttiva DPI. Inoltre, non vi era alcuna garanzia, nemmeno scientifica, che potesse sostenere che il capo che stavi acquistando presso un rivenditore di abbigliamento moto per il tuo uso personale o per il tempo libero fosse all’altezza dei requisiti minimi di sicurezza. Perché, ammettiamolo, se non si dispone di una serie di standard per testare, questo non era semplice. Pochissimi capi nel settore del tempo libero, fino agli ultimi anni, sono stati certificati CE secondo la norma EN 13595.

Ciò ha portato le persone ad acquistare indumenti che percepivano sicuri al tatto e alla vista, ma in realtà, una volta sottoposti a test, potevano fallire miseramente. Inoltre, un insieme di norme che consente di testare capi di abbigliamento per motociclisti come DPI non è qualcosa che nasce da un giorno all’altro, è un processo incredibilmente lungo che pone molte cose in movimento. È una procedura che include anche legislatori, funzionari governativi, professionisti del settore, rappresentanti delle sale prove e molti altre figure. Per raggiungere anche una sorta di insieme di standard, con diverse intuizioni da parte di lobbisti e varie organizzazioni, sono state necessarie molte notti insonni e i pensieri collettivi di coloro che sono nel cuore del settore.

E così arrivò la norma EN 17092

opo anni e anni di discussioni e deliberazioni, il WG9 (che significa Work Group 9, un collettivo di 30 40 rappresentanti europei tra cui parti interessate, produttori di abbigliamento o, ad esempio, istituti di test specializzati nei test specifici), presenta un insieme provvisorio di norme che riflettono, nel modo più accurato possibile, un modo per ottenere la certificazione CE per l’uso nel tempo libero di capi per motociclisti. E quindi fa la sua comparsa la norma EN 17092.

Un grande impulso dietro all’entrata in vigore della norma EN 17092 era il motivo summenzionato: assicurarsi che i motociclisti ottenessero effettivamente qualcosa di protettivo con l’acquisto di abbigliamento moto senza essere in possesso di alcuna conoscenza preliminare di materiali, metodi costruttivi o metodologie di prova. Solo perché sembra resistente, non lo potrebbe essere in una situazione d’emergenza; e perché si percepisce solidità, potrebbe non essere appropriato all’uso in moto in velocità. L’applicazione della norma EN 17092 significa che l’abbigliamento che assomiglia a un equipaggiamento protettivo per motociclisti, in realtà è un equipaggiamento protettivo per motociclisti!

Laddove la norma EN 17092 differisce dalla EN 13595 è che la norma EN 17092 è applicata ai DPI per uso motociclistico per il tempo libero, comunemente raggruppati in vari generi come sport, avventura e guida urbana. È uno standard differente per offrire uno spettro d’utilizzo più ampio. Senza andare troppo fuori tema, ora prende in considerazione i vari tipi di usi che i motociclisti adotteranno.

Probabilmente i motociclisti urbani non indosseranno tute intere totalmente in pelle per andare a lavoro, nonostante sia una scelta “più sicura”, e non lo faranno nemmeno i motociclisti avventurosi. Detto questo, l’equilibrio per assicurarsi che la sicurezza sia una priorità assoluta, ma che lo siano anche il comfort, la traspirabilità, l’impermeabilità, la flessibilità e molto altro, sono tutti presi in considerazione, offrendo allo stesso tempo la protezione più adatta allo stile di guida.

Perché testare elementi specifici?

All’interno della norma EN 17092, proprio come nella norma EN 13595, esistono requisiti specifici per la certificazione CE. Sebbene lo standard spieghi quali test devono essere eseguiti e come, non spiega necessariamente perché questi elementi specifici siano testati. Siamo qui per approfondire alcuni di essi.

La determinazione della resistenza all’abrasione da impatto – Uno dei maggiori fattori di differenziazione tra lo standard professionale e quello del tempo libero, sebbene entrambi siano requisiti, è il modo in cui viene testata la determinazione della resistenza all’abrasione da impatto. Determina se un tessuto può sostenere/resistere a un’abrasione di una scivolata con impatto. Un foro più grande di 5 mm nella prova utilizzando il dispositivo AART (Advanced Abrasion Resistance Tester) equivale a una bocciatura. Questo test è in atto in modo che il tessuto esterno del capo possa assorbire il colpo, ma non la tua pelle. Il risultato più basso per un materiale è il modo in cui verrà classificato.

Resistenza allo strappo – Qui un campione danneggiato in precedenza viene “separato” e misuriamo la forza necessaria per strapparlo ulteriormente. Se apri il capo con un oggetto appuntito, vogliamo assicurarci che sia molto difficile aprire ulteriormente il tessuto.

Resistenza dei punti di cucitura – La resistenza dei punti di cucitura è testata nei punti strutturalmente forti. Per esempio, prendendo la manica attaccata al torso di una giacca, ne misura la forza necessaria per strapparne la cucitura. Vogliamo assicurarci che quando cadi dalla tua moto e poi scivoli, le cuciture che formano punti vitali di connessione restino al loro posto.

Stabilità dimensionale – Dimensionale cosa? Esattamente. Questo test richiede che un capo sia lavato per cinque volte: non in una normale lavatrice, ma in una specifica per i test sui tessuti, con velocità dell’acqua, volume, velocità di rotazione, temperatura e così via tutti sotto controllo. Lo scopo è quello di assicurarsi che il capo non si restringa nel tempo o con più lavaggi, per garantire la vestibilità corretta e per assicurarsi che le protezioni del capo rimangano nella posizione corretta. Non può esserci una contrazione maggiore del 5%, o la prova non verrà superata.

Innocuità – Questo è un altro esempio. La quantità di sostanze chimiche utilizzate sull’indumento, come ad esempio i coloranti, deve essere sicura, specialmente quando viene a contatto con il corpo. Testiamo il pH per assicurarci che il prodotto sia delicato sulla pelle e che non si verifichino irritazioni. Inoltre, testiamo anche tutte le sostanze che sono note per mettere in pericolo la salute dell’utente o l’ambiente.

Abbiamo lavorato duramente per assicurarci che i nostri capi non solo siano nella classe di certificazione CE, ma anche a un livello superiore, un livello che ti possa offrire tranquillità addizionale quando in strada.

Ritornando al 21 aprile 2018

È stato ampiamente riconosciuto che a partire da questa data, al fine di ottemperare al regolamento DPI, le aziende hanno avuto un anno per aggiornare le loro collezioni di abbigliamento per motociclisti per assicurarsi che i loro capi fossero all’altezza dei nuovi standard. In breve, c’era una richiesta enorme per avere capi conformi a uno standard che non era nemmeno stato deciso (a quel tempo).

In REV’IT! non ci allontaniamo mai da una missione difficile, in special modo se significa che c’è in gioco la tua sicurezza. Abbiamo lavorato duramente per assicurarci che i nostri capi non solo siano nella classe di certificazione CE (EN 17092 parti da 1 a 6), ma anche a un livello superiore, un livello che ti possa offrire tranquillità addizionale quando in strada.

Norme di certificazione CE per accessori

Mentre questo articolo si concentra principalmente sull’abbigliamento da motociclista, nota che gli stivali devono soddisfare le norme EN 13634:2017, i guanti la EN 13594:2015, le protezioni per gomiti, ginocchia, fianchi e spalle la EN 1621 1:2012, i paraschiena la EN 1621 2:2014 e le protezioni petto la EN 1621-3:2018. La norma EN 1621 4:2013 copre le protezioni per airbag attivate con cordino, mentre la EN 14021:2013 è una protezione specialistica per riparare dalle pietre come quelle utilizzate nel motocross.

Le protezioni per impatti non sono abbigliamento, quindi richiedono il loro insieme di standard. Lo stesso accade per accessori quali stivali e guanti, nonostante siano genericamente (ed erroneamente) chiamati abbigliamento. Ecco perché è così importante certificare qualcosa sulla base dell’insieme di standard appropriati, a seconda dell’uso previsto del prodotto DPI.

Come armonizzare

Perché un norma sia armonizzata, deve essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea. La Gazzetta è uno strumento ampiamente accettato e consente coerenza tra i capi motociclistici venduti, indipendentemente dalla regione/nazione/città in cui vivi in Europa (o nel mondo). La certificazione CE ha una durata di cinque anni dal momento in cui il prodotto è certificato.

Suddivione in zone e classificazione

La suddivisione in zone è uno dei fattori più importanti per assicurarsi di essere protetti in ogni caso. Il diagramma mostra quali sono le zone ad alto impatto e quelle che hanno meno probabilità di subire danni in caso di caduta.

Le classi di certificazione A, B e C

Per l’abbigliamento motociclistico abbiamo varie categorie di certificazione:

  • I prodotti di Classe AAA/AA/A che offrono sia la protezione dagli impatti che dall’abrasione.
  • I prodotti di Classe B che offrono la protezione dall’abrasione.
  • I prodotti di Classe C Over (CO) e C Under (CU) hanno solo uno o più protezioni da impatti e pertanto solo offrono protezione dagli impatti per le aree coperte dalle protezioni da impatti integrate


Spieghiamo cosa significano queste classi.

Capi di Classe AAA (EN 170922:2020)

I capi di Classe AAA offrono il più elevato livello di protezione dagli impatti e dalle abrasioni, utilizzando materiali e metodi costruttivi che soddisfano requisiti più elevati rispetto ai capi di Classe AA e Classe A. I capi di Classe AAA potrebbero avere limitazioni di ergonomia, peso, e termiche per alcune attività motociclistiche. Alcuni esempi comuni sono le tute intere e divise.

Tutte le aree marcate passano i test richiesti nell’immagine corrispondente.

Capi di Classe AA (EN 170923:2020)

I capi di Classe AA offrono protezione dagli impatti e dalle abrasioni, utilizzando materiali e metodi costruttivi che soddisfano requisiti più elevati rispetto ai capi certificati Classe A e soddisfano requisiti minori di quelli certificati Classe AAA. I capi di Classe AA generalmente offrono protezione contro i rischi della maggiore diversità incontrati nelle attività motociclistiche, e potrebbero avere delle limitazioni ergonomiche e di peso inferiori rispetto ai capi di Classe AAA.

Tutte le aree marcate passano i test richiesti nell’immagine corrispondente.

Capi di Classe A (EN 170924:2020)

I capi di Classe A offrono il minor grado necessario di protezione dagli impatti e dalle abrasioni, utilizzando materiali e metodi costruttivi che soddisfano requisiti più bassi rispetto ai capi certificati Classe AAA o Classe AA. Ci si aspetta che i capi di Classe A abbiano le limitazioni ergonomiche e di peso minori. Alcuni esempi comuni sono i capi progettati per essere indossati in climi caldi da soli o per essere indossati al di sopra di altri capi.

Tutte le aree marcate passano i test richiesti nell’immagine corrispondente.

Capi di Classe B (EN 170925:2020)

Questa classe è specifica per capi progettati per offrire la protezione dalle abrasioni equivalente dei capi di Classe A ma senza includere protezioni per gli impatti. I capi di Classe B NON offrono protezione dagli impatti ed è raccomandato indossarli con almeno protezioni per spalle e gomiti EN 16211 nel caso di una giacca, o protezioni per ginocchia EN 16211 nel caso di pantaloni, al fine di offrire una protezione completa minima. È da tenere presente che per ottenere la massima protezione dai capi di classe B (per esempio la maglia Sierra della collezione REV’IT! DIRT Series), dovrebbero sempre essere abbinati alla classe CO o CU (giacca Proteus protector); in questo modo il motociclista ottiene sia resistenza all’abrasione che protezione dagli impatti. Non raccomandiamo di indossare capi di Classe B senza protezione dagli impatti.

La suddivisione in zone per capi di classe B e CO è la stessa di un capo di classe A.

Capi di Classe C (EN 170926:2020)

Questa classe è per insiemi di protezioni da impatto specialistiche senza tessuto esterno, progettati solo per tenere al loro posto una o più protezioni da impatto, e da indossare al di sotto (U) o sopra (O) a un capo: per questa ragione vi sono le designazioni CO e CU. I capi di classe C sono progettati per offrire protezione dagli impatti per le aree coperte dalle protezioni esclusivamente e non offrono una protezione minima completa e potrebbero non offrire la minima protezione dagli impatti. I capi di Classe C sono progettati solamente per offrire una protezione dagli impatti supplementare. Si intende che i capi di Classe C siano indossati in combinazione con i capi di Classe AAA, AA o B per migliorare la classe di protezione.

I capi CU non dispongono di suddivisione in zone poiché offrono solo la protezione dagli urti che è fornita dalle protezioni presenti nel prodotto.

Possiamo testare ma non possiamo certificare

Grazie al nostro laboratorio di prova interno, abbiamo la capacità di eseguire test rigorosi (gli stessi test utilizzati nel processo di certificazione CE) su potenziali tessuti e materiali che potremmo finire per utilizzare nei nostri capi; un vantaggio che altri produttori di abbigliamento non necessariamente possono vantare. Detto ciò, non ci autocertifichiamo i prodotti secondo la norma DPI: indaghiamo, testiamo, vediamo come si comportano determinati tessuti e, sulla base di questi dati, compiliamo una libreria di tessuti e metodi costruttivi. Quelli che superano ed eccedono i test basati sui criteri CE, ma anche il nostro standard REV’IT!, come già menzionato, potrebbero finire nella tua prossima giacca o paio di pantaloni.

Per avere un capo certificato CE, i test devono essere condotti attraverso / presso un organismo notificato, una terza parte non coinvolta direttamente. Come azienda, forniamo informazioni dettagliate sul prodotto (chiamato “file tecnico” che include quali materiali vengono utilizzati e dove, disegni, metodi costruttivi, e così via) e l’organismo notificato prenderà quei documenti e li confronterà con l’indumento stesso, assicurandosi che ciò che forniamo sulla carta non sia falsificato e rispecchi davvero le prestazioni del capo. L’organismo notificato eseguirà quindi i test richiesti sugli indumenti e confermerà la conformità o meno. Per una determinata classificazione un capo può passare il test o venire bocciato.

Riconoscere capi certificati CE dalle loro etichette

Non tutti rispettano le regole, quindi è importante prendere nota delle seguenti informazioni quando si cerca di capire se un indumento, un paio di stivali, una protezione o un paio di guanti siano effettivamente conformi CE. Parte della conformità CE è anche l’etichettatura corretta, e questo è un modo relativamente semplice per distinguere l’etichettatura falsa dall’etichettatura autentica.

Certificazione CE

Come controllare se un capo è certificato CE

Ogni capo/protezione/paio di guanti/stivali/calzature in negozio (per i prodotti lanciati sul mercato dopo l’aprile 2018), che è stato certificato CE, avrà sempre un opuscolo che spiega in quale classe è stato certificato. Ci saranno anche marcature o etichette che indicano quale classe di protezione fornisce e lo standard rispetto al quale è stata testata. Tra le altre cose, ne verranno fornite istruzioni per la cura e la manutenzione.

Inoltre, nell’opuscolo troverai un indirizzo web speciale, sul quale puoi richiedere un cosiddetto “DoC”; Declaration of Conformity, è la dichiarazione di conformità del prodotto, che ti verrà inviata per email. Se l’articolo che stai guardando non è certificato, non ci sarà DoC. Facile, no? Controlla se il prodotto che possiedi sia conforme alla normativa CE. 

Indossare un capo certificato ce è obbligatorio?

Ci sono molti articoli sul fatto che i motociclisti debbano indossare abbigliamento moto certificato CE durante la guida, ma questo è falso. A seconda del paese in cui vivi, ci sono requisiti minimi di ciò che sei legalmente obbligato a indossare (probabilmente solo un casco, raramente un paio di stivali o guanti), ma il resto dipende da te. Tuttavia, è probabile che questo cambi nel prossimo futuro.

 

L’armonizzazione della norma EN 17092 significa che l’abbigliamento venduto nei negozi allo scopo di essere utilizzato durante il motociclismo soddisfa requisiti specifici. Perché, come detto, l’abbigliamento che sembra orientato alla guida di una moto deve in realtà esserlo nel caso peggiore.

 

Quello che scegli di indossare mentre guidi è (ancora) la tua scelta, nessuno ti obbliga a indossare capi certificati CE. Ti preghiamo inoltre di notare che l’abbigliamento sviluppato prima del 2018 non doveva essere conforme, quindi troverai ancora molti capi presso il tuo rivenditore preferito che non hanno le etichette appropriate al loro interno. Ciò non significa necessariamente che il capo non sia sicuro, ma solamente che non è mai stato sottoposto a certificazione. Ma, nella nostra esperienza e nel tuo migliore interesse, ti consigliamo assolutamente di indossare la massima protezione possibile sulla tua moto. Lo devi a te stesso e ai tuoi cari.

Verifica oggettiva

È importante ricordare che esiste un malinteso comune sul fatto che il tuo abbigliamento da motociclista rimarrà intatto a seguito di un incidente. Non sempre rimarrà integro dopo una caduta a una certa velocità su una superficie abrasiva o non abrasiva, anche se resiste agli standard rigorosi con cui è stato testato. L’abbigliamento moto, tra cui giacche, pantaloni, guanti e stivali, è presente come una seconda pelle: come fosse uno scudo. È lì per mitigare e minimizzare i danni al tuo corpo. Ovvero, sarà lì per assorbire il colpo in modo che la pelle e il corpo possano rimanere intatti.

Nel subire quel colpo, ci sarà probabilmente un danno all’esterno. Nota: ogni incidente e caduta sono diversi. Mentre abbiamo un’idea di come debba funzionare un tessuto, la vita reale a volte può darci delle anomalie. Pensala in questo modo: un’auto è progettata per tenerti al sicuro in un incidente, ma l’energia dell’incidente deve andare da qualche parte. Di solito provoca danni, estetici o strutturali, ma il guidatore e i passeggeri possono andarsene subendo un impatto minimo sui loro corpi. La moto è intrinsecamente pericolosa. Garantire la presenza di altrettanti componenti di sicurezza è ciò che stiamo promuovendo: non per noi, ma per te. Se hai mai visto il risultato di un incidente in moto in cui un motociclista non indossava l’equipaggiamento protettivo, capirai cosa intendiamo.

La certificazione CE è una cosa seria!

In REV’IT! il nostro obiettivo non è solo quello di fornire a te, il motociclista, alcuni degli indumenti tecnici per moto più innovativi e orientati al design sul mercato, ma è quello di assicurarti di essere il più protetto possibile. Ecco perché prendiamo molto seriamente i requisti CE. E non solo per questo, accogliamo anche con entusiasmo il fatto che le nuove regole si applichino a tutti i produttori di abbigliamento, in quanto impediranno al mercato di essere invaso da prodotti che affermano di essere protettivi ma che semplicemente non potrebbero reggere ad alcun test scientifico. Certificare un capo basato sulla norma EN 17092 è un’arte di equilibrare sicurezza, ingegneria, convenienza economica, protezione dagli agenti atmosferici, traspirabilità e altro ancora. È uno standard ben ponderato creato da professionisti del settore. 

Tutto quello che devi fare è controllare attentamente le etichette, i contrassegni e il manuale di istruzioni forniti con indumenti, stivali, protezioni antiurto e guanti, assicurandoti che sia il vero affare.

Siamo orgogliosi di affermare che la nostra intera collezione di abbigliamento, stivali, protezioni per arti e guanti da motociclista soddisfa tutti i requisiti di certificazione CE.

Guida in sicurezza!